LOS ANGELES - ALASKA
"Lambrette al ritorno dal Polo Nord": così erroneamente riportava un giornalista milanese poco ferrato in geografia, dando notizia di un viaggio a Capo Nord di due Lambrettisti nel lontano 1950.
In realtà, anche noi potremmo dire, barando, che siamo di ritorno dal Polo Nord o meglio da North Pole: In realtà North Pole è un villaggio alle porte di Fairbanks, residenza del Babbo Natale Americano. Partire da Long Beach, una delle località più esclusive di Los Angeles e raggiungere l'Alaska attraversando la Death Valley e le Montagne Rocciose sulle tracce dei cercatori d'oro del secolo scorso, rappresentava per noi un obbiettivo entusiasmante; ancor più se effettuato con le nostre Lambrette e in compagnia di amici che, come noi, condividono i piaceri del turismo a lungo raggio in ambienti un po' estremi, con la propria moto d'epoca. Mike, di Los Angeles, con una Vespa 190 SS del 1968, Agnes, di Troyes (Francia) con una Lambretta SX 200 dello stesso anno, Piereno con Moto Guzzi Sport 14 del 1929, Nadia con Li 125 1a° serie del 1959, io con Li 125 2a° serie del 1960.
Tutti, tranne Mike, ci eravamo già conosciuti al Coast to Coast in Australia l'anno precedente. Considerando la lunghezza del nostro raid (oltre 6800 km) è stato necessario provvedere ad un servizio di assistenza per il trasporto dei bagagli e delle moto in caso di pannes. Il servizio veniva brillantemente portato a termine da Benjamin Fichialos (esperto lambrettista del Michigan) e Pierre Zonca (Francia) che come un'ombra ci hanno sempre seguiti durante il viaggio. Spediti dall'Italia, scooters e moto sono arrivati tranquillamente a destinazione e, dopo le formalità doganali, il gruppetto lasciava Long Beach avendo come prima meta la Death Valley. Interminabile l'attraversamento di Los Angeles (pensate che la superficie della città è pari all'Umbria): prima tappa Shoshone. Shoshone, che prende nome dalla combattiva tribù indiana, può considerarsi la porta della Valle della Morte, dove è possibile rifornirsi di benzina e acqua e visitare il piccolo museo.
Il percorso seguiva la "Historic Route 66" che collegava la costa Atlantica con il Pacifico. Pensavamo che, con il sopraggiungere della sera, la temperatura scendesse un po’. invece alle 21, attraversando Bakerswille, l'enorme termometro luminoso, alto 40 m, segnava ancora 39 gradi! Al gruppo è già parso chiaro che l'attraversamento della Death Valley, con i suoi 230 km di percorso e temperature vicine ai 50°, non sarebbe stata proprio una passeggiata, ma l'entusiasmo è alle stelle consapevoli che una indescrivibile esperienza era appena iniziata.
Qualcuno a Long Beach, sapendo che il giorno seguente avremmo attraversato la Death Valley, ci ammoniva dicendo che le nostre manopole si sarebbero sciolte per il calore. i soliti esagerati! Per noi, con le nostre Lambrette elaborate con due kit Imola che portavano la cilindrata a 186 cc, con una ventina di cavalli, sarebbe stato un irripetibile test per valutare il lavoro fatto nei mesi precedenti dai nostri collaboratori; inoltre disponendo di un bel po' di potenza in più potevamo permetterci di superare più agevolmente le lunghe distanze e i dislivelli del continente nordamericano. Sostiamo a Badwater (86 m sotto il livello del mare), a Fournace Creek e a Scotty's Castle, località situate nella Valle della Morte. Raggiungiamo Tonopah, storica città mineraria al centro del deserto del Nevada e visitiamo il locale museo, dove vengono conservate le testimonianze passate della cittadina, non distante dalla super segreta area militare della USAF, dove, tra l'altro, venne sperimentato lo Stealth (l'aereo invisibile).
Passiamo la serata nel tipico ristorante di stile western, vestigia di un passato più florido, quando veniva frequentato da centinaia di minatori. Mike, che effettua puntualmente e con competenza la manutenzione della sua Vespa, fa da capo colonna e regolarmente ci fa cenno di fermarci ogni qual volta dobbiamo lasciar passare le auto tenute indietro; Agnes (Lambretta Club France) è entusiasta della sua Lambretta 200 SX, ne apprezza le prestazioni e la comodità , ben lontane dalle prestazioni della sua LD con la quale ha eroicamente attraversato l'Australia! Sempre di ottimo umore è la nostra Cow Boy in Lambretta. Piereno, con la sua Guzzi, da buon passista, azionando i manettini, è sempre all'altezza della situazione. La sua esperienza ci è sempre molto utile.
Purtroppo, a causa di un tamponamento, fortunatamente senza gravi conseguenze per la persona, doveva abbandonarci e rientrare anzitempo in Italia. Dobbiamo dire che, senza l'amico Piereno, il resto del viaggio non è stato più la stessa cosa. Nadia, con un po' di rimpianto per la sua vecchia D 150, si trova subito a suo agio con la più brillante Imola e si lascia spesso tentare dalle curve. BJ e Pierre, a dovuta distanza, seguono con attenzione il gruppo, pronti a rifornirci di benzina o ad effettuare qualche intervento meccanico.
Lasciamo l'altopiano desertico (Great Basin) del Nevada e ci inoltriamo nella verde regione montagnosa del Idaho; attraversiamo le riserve occupate dalle tribù indiane dei Pejute e dei Nez Percing (Nasi Bucati). Le distanze sono enormi: da solo il Nevada è lungo oltre 800 km! Le distanze giornaliere da percorrere erano state calcolate in 300-400 km e ci consentivano di raggiungere la tappa prevista con sufficiente facilità , tenendo conto delle fermate per i rifornimenti, per spuntini, foto e... riposarci il fondoschiena.
Attraversiamo la frontiera con il Canada. Qui le foreste di abeti e larici diventano una componente costante del paesaggio. Passiamo il centro termale Radium Hot Spring nel British Columbia e cominciamo ad addentrarci nelle Montagne Rocciose; questa vasta area è stata organizzata in parco nazionale "Kootenay National Park" ed è quindi zona protetta, regno incontaminato di orsi, cervi, daini e aquile, che trovano rifugio in questo enorme polmone verde. Proseguendo verso nord, la strada, che supererà due passi di oltre 2000 m, consente di ammirare imponenti ghiacciai, ardite vette, torrenti impetuosi che alimentano laghi color turchese che sembrano dipinti.
Qui, nel "Banff National Park", il traffico è molto ridotto quindi possiamo tranquillamente goderci questo superbo scenario con frequenti soste. Passeremo la notte in uno splendido motel a Saskatchewan River Crossing, punto di passaggio dei pionieri che attraversavano le Montagne Rocciose e guadavano l'omonimo corso d'acqua. Continuando il nostro viaggio nello stato dell'Alberta, il giorno dopo raggiungeremo Jasper e quindi, in una valle al di fuori dei percorsi turistici, ci fermeremo a Miette Hot Spring.
Scoperta da poco, questa località è stata un insediamento di cacciatori e allevatori ora amena località turistica con sorgenti calde (circa 40°). Ovviamente non trascureremo di farci un bel bagno caldo! Nel comprensorio delle Montagne Rocciose sono frequenti le sorgenti termali di acqua calda frequentate in tutte le stagioni. Qui è possibile avvicinare i daini e i caribù. Finora i nostri scooters filano veloci, senza esitazioni e piccoli problemi vengono risolti velocemente e non rallentano la nostra marcia.
Procediamo verso Nord-Ovest, sulla "Yellowhead Hgw" e passiamo da Price George e White Horse. Imboccheremo quindi la "Cassiar Hgw", in direzione della "Alcan Hgw" (Alaskan-Canadian Hgw). La Cassiar congiunge la "Yellowhead" alla "Al Can" attraversando una regione montagnosa molto selvaggia nel British Columbia ed è possibile, procedendo su questa strada in mezzo alle foreste, incontrare famiglie di orsi, cervi e altri animali selvatici. Il tempo è piovoso e la strada non asfaltata ci trasforma in maschere di fango mentre l'attraversamento dei torrenti e dei fiumi viene effettuato su ponti formati da scivolose griglie metalliche che rappresentano trappole pericolosissime per le nostre piccole ruote. La corretta taratura delle molle e gli ammortizzatori utilizzati, consentono il preciso controllo della Lambretta sia con il fondo stradale sconnesso che sull'asfalto liscio e ci permette di affrontare anche le curve più impegnative in tutta sicurezza e confort.
La "Cassiar Hgw" si congiunge, a nord, con la "Al Can" a Watson Lake. Watson Lake è una città di frontiera come molte nello Yukon ed è un punto di riferimento di cantieri e pozzi petroliferi situati a centinaia di chilometri di distanza. C'è un buon ristorante e un buon Hotel, mentre gli altri sono più simili a bettole, poi qualche officina e stazione di servizio e autosoccorso per chi, su questa arteria di collegamento, rimanesse in panne.
Credo però che Watson Lake sia più conosciuta per la sua collezione di targhe "Sign Post Forest" (oltre 50.000) esposte su una palizzata ai bordi della strada o forse anche per gli abbondanti brekfast di uova e salsicce ... e le zanzare. La "Al Can", costruita per motivi strategici-militari a cavallo degli anni '40 per collegare, via terra, alcune basi aeree americane con gli States, è stata completata a tempo di record, in collaborazione con l'esercito canadese, dopo l'attacco giapponese a Pearl Harbour ed è tuttora la più importante via di collegamento, via terra, con l'Alaska.
Questo lunghissimo nastro d'asfalto, spesso interrotto da lunghi tratti non asfaltati, procede verso Nord-Ovest fino a Fairbanks e può essere considerata una delle più ardite strade costruite: attraversa vastissime foreste, laghi, montagne innevate, villaggi, distese fiorite. Percorriamo la regione del Klondike dove, agli inizi del secolo scorso, vennero trovati giacimenti che scatenarono la corsa all'oro. Circa 100.000 pionieri e minatori si avventurarono in queste regioni alla ricerca del prezioso metallo e solo una piccola parte coronò il sogno. E' appunto quest'anno che viene celebrato il Centennial Gold Rush per ricordare questi pionieri, molti dei quali morirono di stenti e di freddo nell'attraversare le montagne al White Pass e Chilkoot Pass, oppure aggrediti dagli orsi o ancora dai briganti. Dieci anni più tardi, si esaurì la corsa all'oro nella valle del Klondike anche se le ricerche e lo sfruttamento delle miniere continuò con sistemi industrializzati ancora per molti anni.
Questi minatori contribuirono alla scoperta e allo sviluppo di questo paese e diedero vita a comunità poi trasformatesi in piccole città . Dopo oltre 20 giorni siamo ormai alla fine del nostro viaggio e conclusi positivamente i tests che ci eravamo preposti, abbandonata la Lambretta, a qualche centinaio di chilometri dall'arrivo, a causa di una foratura del pneumatico posteriore, mentre ero in sella alla mia Guzzi GT 16, rimanevo vittima di una caduta rovinosa senza, fortunatamente, gravi conseguenze. Raggiungiamo Fairbanks, cuore dell'Alaska, senza dimenticarci di far visita alla casa di Babbo Natale a North Pole! A causa della clavicola fratturata, sarò costretto a percorrere gli ultimi chilometri in auto cosicché solo due saranno gli scooter che entreranno a Faribanks e devo dire meritatamente: Agnes Zonca con la sua SX 200 e Mike Frankovich la sua fedele Vespa 190 SS; due scooter italiani che, a buona ragione, hanno segnato la storia dello scooter, portati alla meta dopo 6800 km da entusiasti scooteristi che hanno sofferto e goduto questa lunghissima cavalcata. Arrivati a Fairbanks visitiamo il Denali National Park, duecento chilometri più a sud, dove sono raccolte le vestigia dei primi abitanti dell'Alaska ed è anche possibile vedere slitte, abitazioni eskimesi e allevamenti dei famosi cani da slitta Huskie.
Determinante per la tempestività e per volontà il contributo di Benjamin e Pierre, veri angeli custodi del gruppo, organizzatori impeccabili dell'assistenza con competenza e simpatia. Abbiamo provveduto, al nostro rientro in Italia, a effettuare lo smontaggio delle due Lambrette per verificarne lo stato di usura dopo un percorso di 6800 km nelle condizioni ambientali più diverse: dai 50 gradi della Valle della Morte alle temperature vicine allo zero dell'Alaska.
I risultati sono stati sorprendenti e tali da confermare la qualità dei componenti dei nostri motori e il lavoro svolto nella preparazione degli scooters da Francesco, Sauro e Stefano. L'avventura continuerà con un nuovo rally, già in fase di organizzazione, che si svolgerà negli States con partenza da Las Vegas.